2011 FEBBRAIO – MARZO THAILANDIA E VIETNAM 2a PARTE

Decimo giorno                                       Sabato                                           05.03.2011

Quy Nhon                                                 Km.   20                                         giro della città

                                                            Tot.  Km  20                                             

Oggi rimaniamo a Quy Nhon perché il tempo è pessimo, perché il vento è sempre molto forte, perché non smette un solo istante di piovere e perché siamo abbastanza demoralizzati e giù di corda. Passiamo una parte della mattinata continuando ad asciugare, non sempre con successo, le nostre cose. Poi, visto che per un momento ha smesso di piovere, prendiamo la Vespa ed andiamo a fare un giro.

In città non ci sono molte cose da vedere, tolte due torri Cham ed un ponte che collega la città con l’isola di fronte il resto è relativamente recente, ci sarebbe la lunghissima spiaggia ma con questo tempo non siamo in grado di apprezzarla.

Ritorniamo in albergo perché ha ripreso a piovere e passiamo il resto della giornata in relax con la speranza che domani il tempo sia un po’ più clemente visto che comunque vadano le cose dobbiamo riprendere il nostro viaggio.

Undicesimo giorno                              Domenica                                     06.03.2011

Qui Nhon                                                  Km.   177                                       Quang Ngai

                                                                        Km.     37                                       Nui Thank

                                                                        K m.     50                                      Thang Binh

                                                                        Km.     33                                       Hoi An

                                                             Tot    Km   297

Alle otto del mattino siamo pronti a partire nel frattempo il vento è calato moltissimo ed ha anche smesso di piovere. Nei primi chilometri in direzione di Da Nang prendiamo ancora un po’ di pioggia poi, finalmente, un tiepido sole riesce a farsi strada fra le nuvole, non ci sembra vero.

Le strada si asciuga velocemente ma il traffico è n nuovamente terribile e, se possibile, più pericoloso di quello che abbiamo provato nei giorni passati. Nel primo pomeriggio raggiungiamo la cittadina di Quảng Ngãi dove avevamo previsto di fare una sosta di due giorni ma ci rendiamo conto qui non c’è nulla da vedere e, visto il tempo, preferiamo continuare spostando la meta nella città di  Hội An, segnata su tutte le carte come un posto bello da vedere.

Percorriamo i  120 Km  in circa tre ore ed alle cinque del pomeriggio siamo arrivati e ci sistemiamo in un albergo vicino al centro storico della cittadina che è pedonale.  Hội An è decisamente turistica, forse la meta più gettonata di tutto il Vietnam, ma ne vale la pena perché è davvero speciale. Era stata nell’antichità il più grande porto del sud-est asiatico poi arrivarono i cinesi  poi i giapponesi che lasciarono un segno profondo della loro cultura, il ponte Chùa cầu, una particolare struttura coperta unica nel suo genere perché ospita al suo interno due pagode buddiste. Per gli europei il nome di questa città era Faifo nome questo nato da una abbreviazione del nome originale Hội An-phố   “la città di Hoi An”. Fatto sta che nel 1999 la città venne dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per lo stato di conservazione quale porto commerciale sud orientale e per i suoi edifici che sono la risultante della fusione di architettura tradizionale vietnamita con quella coloniale straniera. Una curiosità,  Hội An è stata la prima città vietnamita a cristianizzarsi e nel sedicesimo secolo qui visse Alexandre de Rhodes un francese che ideò l’alfabeto quoc ngu derivato dal latino e utilizzato tuttora nelle lingua scritta vietnamita.

Tornando a noi, dopo aver cenato al lume dei lampioni in uno dei tantissimi ristorantini siamo andati a passeggiare nel centro e, in una delle tante sartorie, Sandra si è fatta fare un Áo dài, l’abito tradizionale vietnamita composto da pantaloni ed una lunghissima giacca che sembra una gonna.

Dodicesimo giorno                              Lunedì                                           07.03.2011

Hoi An                                                          Km.   50                                          Da Nang

                                                                          Km    46                                          Hoi An

                                                               Tot    Km   96

Iniziamo la giornata facendo una passeggiata lungo il fiume dove centinaia di ambulanti hanno allestito un mercatino della frutta e verdura. Terminato il mercato ci troviamo nel centro della città con le sue vie piene di negozi che stanno aprendo esponendo le varie mercanzie in attesa dei turisti che a quest’ora stanno ancora dormendo. Tornati in albergo prendiamo gli scooter per andare a Đà Nẵng  che dista una trentina di chilometri da qui.

Prendiamo la strada costiera  e quando siamo arrivati alle porte della città facciamo una deviazione obbligata per andare a vedere le Ngu Hanh Son le Montagne di Marmo. Si tratta di colline calcaree associate ai cinque elementi (acqua, terra, fuoco, metallo e legno) che, secondo la leggenda, si sarebbero formate attorno ai gusci dell’uovo  da cui è nato un drago. Su queste colline ci sono molti templi alcuni costruiti all’interno di grotte ed un paio di monasteri davvero belli. Qui sono rappresentate immagini sacre del Buddha ed anche di figure collegate alle religioni taosiste e confuciane. Alla base di queste colline ci sono centinaia di officine dove, usando pietre locali e non,  vengono scolpite statue sia di soggetti  religiosi che di animali con particolare preferenza per i leoni, i delfini e gli immancabili draghi.

Lasciate le montagne di marmo facciamo una sosta sulla bellissima spiaggia della città, nel frattempo è uscito il sole e non vogliamo perdere l’occasione per stare un po’ in spiaggia e, se possibile, fare una veloce nuotata.

Passiamo così due ore prima che le nuvole si impossessino nuovamente del cielo. Dopo aver visitato il centro della città riprendiamo la strada per Hội An che raggiungiamo nel tardo pomeriggio. Passiamo la serata camminando in città ed è particolarmente piacevole passeggiare lungo strade illuminate da lampioni colorati , sembra di vivere in un’altra epoca.

Tredicesimo giorno                            Martedì                                         08.03.2011

  Hoi An                                                      Km    130                                           Huế

                                                    Tot.           Km. 130                                                     

Questa mattina c’è un’atmosfera particolare, ci sono tanti fiori sui banchetti lungo la strada e solo dopo un po’ mi rendo conto che oggi è la festa della donna, festa che qui è molto sentita.  Dopo aver fatto un ultimo giro per le strade di Hội An carichiamo gli scooter e ci mettiamo in viaggio.

Abbiamo ripercorso la strada costiera che porta a Đà Nẵng  e da li, abbiamo preso la AH1 in direzione di Huế – Hà Nội. La strada è abbastanza buona e, per fortuna, il traffico non è congestionato come sempre.

Dopo aver percorso una ventina di chilometri ci troviamo ad un bivio dove tutte e due le strade portano la stessa indicazione Ha Noi. Non sapendo cosa fare chiediamo a dei ragazzi che sono seduti li vicino ed uno di essi, prende un pezzo di carta e ci fa capire che se prendiamo la strada che svolta a sinistra  la città di Huè  dista circa 50 Km se proseguiamo su quella di destra ci arrampichiamo sulle montagne e di chilometri ne facciamo 100!

Considerato che il cielo è completamente coperto e, causa il vento piuttosto forte, la temperatura è decisamente bassa la scelta è obbligata per la strada più breve. Dopo aver percorso un paio di chilometri troviamo il casello stradale che indica  il tunnel e noi ci prepariamo ad attraversarlo nella corsia dei motorini, ma il casellante ci fa segno di fermarci e ci dice qualcosa, purtroppo in vietnamita. Dopo vari tentativi di comunicare riusciamo a capire che i mezzi a due ruote non possono passare il tunnel e noi dobbiamo tornare indietro e girare a sinistra. Non abbiamo scelta e, quasi  rassegnati a dover prendere la strada che ci fa fare 100 Km in montagna torniamo indietro. Solo a questo punto vediamo che alcuni motorini prendono la stradina che il casellante ci aveva indicato e da li vengono caricati su un camion mentre le persone salgono su di un bus.

A pensarci bene è la soluzione più logica e siamo più che felici di non dover fare tutti quei chilometri in più. Il costo del trasporto della Vespa sul camion e del passeggero in corriera è di 23.000 Dong, circa 80 centesimi di euro!

Dall’altra parte del tunnel il tempo non è certo cambiato, appena scesi dal bus veniamo accolti da un vento piuttosto sostenuto, da una pioggerellina fastidiosissima e, cosa peggiore, da una temperatura di 10-11 gradi che ci da qualche problema visto che abbiamo solamente abbigliamento estivo.

Arriviamo mezzi congelati a Huế e, raggiunto l’hotel che avevamo prenotato e Sandra, dopo aver ricevuto un rametto di orchidee,  viene invitata a festeggiare con il personale dell’hotel la festa della donna che si terrà all’ultimo piano. Dopo aver fatto una doccia calda mentre sistemo le nostre cose Sandra va alla festa da dove ritorna dopo una mezz’ora con un altro mazzo di fiori ed entusiasta della gentilezza delle persone che ha incontrato.

Visto che la Cittadella Imperiale si trova ad un paio di chilometri dall’albergo, prendiamo la Vespa ed andiamo un po’ a zonzo. Nonostante i suoi monumenti siano stati dichiarati nel 1990 Patrimonio Nazionale troviamo la città abbastanza deludente, dopo l’atmosfera e la bellezza coinvolgente di Hội An, Huế ci sembra una città anonima, ma forse ci stiamo sbagliando, staremo a vedere. Nelle vicinanze del nostro albergo c’è una via abbastanza bella dove ci sono molti ristoranti tipici, proprio in uno di questi ci fermiamo a cenare.

 Quattordicesimo giorno                  Mercoledì                                      09.03.2011

 Huế                                                             Km    206                                            Dong Hoi

                                                    Tot.          Km   206

Alle otto del mattino siamo già all’ingresso della Cittadella Imperiale che iniziamo a visitare praticamente da soli. La Cittadella Imperiale è stata costruita alla dine del 1600 durante il regno dei 13 imperatori della dinastia Nguyen e distrutta quasi completamente nel 1968 durante l’offensiva del Tet. La ricostruzione ed il restauro della cittadella imperiale è stato fatto in modo abbastanza approssimativo e nell’insieme, pur essendo molto estesa, non offre molto, tante mura di recinzione che danno accesso a templi abbastanza spogli fatta eccezione per quello con le ceneri degli imperatori.

Dopo aver passato un paio d’ore a camminare nella cittadella imperiale decidiamo di ripartire nonostante faccia ancora molto freddo ed il cielo sia tutto coperto da nubi scure e minacciose. A mezzogiorno, caricate le nostre cose sugli scooter, riprendiamo la AH1 in direzione Hà Nội.

Il traffico è nuovamente intensissimo e da queste parti, anche se sembra impossibile, hanno una guida peggiore dello standard locale.

Alle cinque del pomeriggio, dopo aver percorso 200 Km, arriviamo a Đồng Hới dove ci fermiamo. Anche qui non ci sono molte cose da vedere, le rovine di una chiesa e due porte che sono l’unica testimonianza della cittadella.

Trovato un albergo sul lungomare andiamo a vedere il centro della città convinti che ci sia qualcosa di interessante da vedere ma alle sette di sera è tutto chiuso, non ci sono ristoranti e troviamo aperto solo un supermercato dove chiediamo dove possiamo trovare un posto dove cenare.

Dopo aver provato senza successo in due resort sul lungomare troviamo aperto il ristorante di un albergo e li ci fermiamo.

Tornati in albergo passiamo il resto della serata a fare progetti per la giornata di domani mentre fuori dopo essersi alzato un vento fortissimo ha iniziato a diluviare.

Quindicesimo giorno                         Giovedì                                           10.03.2011

  Dong Hoi                                                   Km    206                                          Vinh

                                                                          Km      36                                           Dien Chau

                                                            Tot.     Km.  242

Oggi il tempo è davvero da schifo, nebbia, freddo e pioggia sono i nostri compagni di viaggio. Anche le strade sono peggiorate perché l’asfalto è decisamente rovinato e, forse a causa della pioggia, guidano da pazzi.

Impieghiamo quasi sei ore per percorrere 200 Km ed arrivare a Vinh  dove avevamo previsto di fermarci per la notte.  Dopo aver girato un po’ per le vie del centro cercando una sistemazione per la notte senza trovare nemmeno un albergo decidiamo di proseguire e fare quanti più chilometri possibile prima dell’imbrunire in modo da avvantaggiarci sulla tabella di marcia.

Viaggiamo per quasi un’ora e, arrivati nella cittadina di Dien Chau, troviamo  finalmente un albergo bello e moderno, sarebbe più giusto dire che ci siamo arrivati davanti visto che l’impressione che ci ha dato è stata quella di essere una cattedrale nel deserto!

Sedicesimo giorno                               Venerdì                                           11.03.2011

Dien Chau                                                Km    229                                          Thai Binh

                                                           Tot.    Km.  229

Ci svegliamo di buon ora e guardando fuori dalla finestra scopriamo che oggi avremo nuovamente la nebbia e temperatura bassa, l’unica nota positiva è che non piove. Sistemate le nostre cose prendiamo la strada per Thanh Hóa.

La strada è particolarmente dissestata e manca spesso la corsia d’emergenza /sorpasso/salvataggio delle due ruote.

In questo tratto  della AH1 gli automobilisti guidano, se possibile, anche peggio del solito, da queste parti chi imbraccia un volante crede di avere il diritto di fare qualunque manovra, si comporta come se stesse guidando un mezzo d’emergenza dove clacson e lampeggiante sono bacchette magiche.

Questo comportamento l’ho ribattezzato “La metamorfosi delle quattro ruote”,  perché, come nel libro di R.L.Stevenson “ Lo strano caso del dottor Jekyll e mr. Hide” , i tranquilli e sorridenti vietnamiti appena si siedono al volante si trasformano diventando vere e proprie macchine da guerra.

Durante il tragitto rischiamo un paio di volte di essere travolti da camion e corriere e siamo testimoni di alcuni incidenti nei quali il motorino ha sempre avuto la peggio. Arrivati a Thanh Hóa facciamo una breve sosta poi proseguiamo in direzione di Hai Phóng con l’intenzione di fermarci a Ninh Binh che ci risulta essere una nota località balneare ma una volta arrivati facciamo due giri del centro città cercando un albergo che non troviamo perché non ci sono né cartelli né insegne.

Controvoglia ci rimettiamo in viaggio e dopo aver percorso una cinquantina di chilometri ci fermiamo nella cittadina di Thái Binh, sono ormai le cinque del pomeriggio ed inizia a fare buio. Qui gli alberghi ci sono ma molti di essi sono chiusi, la ricerca però non è difficile e dopo poco troviamo uno che ci piace.

Proprio davanti l’hotel si rompe il cavo della frizione della Vespa così, sistemati i bagagli in camera vado a ripararla. In serata scopriamo che anche i ristoranti sono chiusi e solo chiedendo qui e la ne troviamo uno aperto.

Tornando in albergo vedo la luna fare capolino fra le nubi e questo lo trovo di buon auspicio per la giornata di domani.

 Diciasettesimo  giorno                                 Sabato                                          12.03.2011

  Thai Binh                                                            Km      65                                        traghetto a  Hai Phong     

                                                                                   Km      85                                         Ha Long

                                                                    Tot.        Km. 150

Stando alle previsioni del tempo per oggi era previsto il sole ma guardando fuori dalla finestra il tempo è pessimo, si è alzato un vento fortissimo e sta piovendo a dirotto, uno schifo!

Oggi è il giorno in cui raggiungeremo la massima distanza dal HCM City, la baia di Ha Long.  Per fortuna smette di piovere e ne approfittiamo per partire di gran carriera in direzione di v che dista poco più di sessanta chilometri.

La città ci accoglie con un fiume umano motorizzato da far paura dove ci inseriamo e, spinti dalla corrente, raggiungiamo il centro della città.  Se possibile,  Hai Phong è più incasinata di Saigon, quando entri nel traffico non sai come uscirne ed il solo cambiare direzione per prendere una via laterale diventa estremamente difficile. Dopo aver fatto un giro del centro città tentiamo di uscire ma senza riuscirci perché non ci sono indicazioni di alcun tipo e provo la sensazione è di essere entrato nelle nasse del traffico dove puoi solo avanzare ma mai retrocedere.

Tentiamo nuovamente la carta del navigatore satellitare ma la macchina infernale ci fa fare un paio di giri del centro città per poi cercare in tutti i modi di farci girare dove ci sono case e non strade. Può darsi che la cartografia in memoria  sia vecchia fatto sta che lo strumento si rivela assolutamente inutile.

Torniamo così al sistema tradizionale che consiste nel chiedere alla gente del posto la direzione da seguire per andare ad Ha Long.   Seguendo le indicazioni che ci vengono date, ci troviamo a percorrere strade quasi vuote  nella periferia della città e questo ci rende un po’ perplessi perché, stando alla carta, avremmo dovuto rimanere sulla AH1. Proseguiamo solo perché tutti ci dicono che siamo sulla strada giusta e solo quando la strada finisce con un imbarcadero tutto diventa chiaro, per prendere la statale per Ha Long ci hanno indirizzati verso il traghetto che attraversa la baia facendoci così risparmiare almeno 50 Km.

Il costo del traghetto è davvero minimo, meno di mezzo euro per due persone e due scooter . Ci imbarchiamo su una chiatta a motore a dir poco scassata, siamo stipati come sardine e solo quando la chiatta ha il tutto pieno vengono tolti gli ormeggi ed inizia il viaggio. Rimaniamo tutti seduti su nostri mezzi anche perché non c’è lo spazio per stare in piedi. Alla mia sinistra ho un signore col motorino che trasporta pesci vivi messi in un grande bidone di plastica pieno di acqua, alla mia  destra ho Sandra stretta tra un’auto e due motorini.

Il viaggio è breve, meno di mezz’ora e, una volta sbarcati,  dobbiamo chiedere nuovamente informazioni perché non esistono cartelli stradali ma alla fine arriviamo alla meta, la bella baia di HA Long. Tanto abbiamo avuto difficoltà durante il viaggio a trovare una sistemazione tanto qui abbiamo l’imbarazzo della scelta.

Ci sono alberghi dappertutto e di tuttie le tipologie, dopo aver percorso la strada che costeggia la spiaggia  abbiamo scelto l’Halong Bay View che, oltre alla vista sul golfo  ha anche un prezzo non esorbitante.

Lasciati i bagagli andiamo a visitare la zona per capire un po’ dove siamo e cosa si può fare visto che il tempo continua ad essere il nostro nemico, cielo completamente coperto e nebbia sul mare!

La baia di Ah Lolng è sicuramente il posto più turistico del Vietnam ma qui i turisti si fermano poco perché appena arrivati salgono su battelli-albergo che per due giorni li scorazzano nella baia, poi risalgono sui bus e  se ne vanno. Gli alberghi sulla terra ferma sembrano fatti più per un turismo locale anche se qui i prezzi sono    altissimi se riferiti allo standard del Vietnam.

Con i nostri potenti mezzi attraversiamo il ponte che collega Bai Chày alla città di Hon Gai dove ci fermiamo a visitare il porticciolo dei pescatori ed il  promontorio che delimita la baia. Nel tardo pomeriggio andiamo a fare qualche acquisto nel mercatino serale sistemato a ridosso della spiaggia proprio davanti al nostro albergo. Le merci esposte sono esclusivamente per turisti, vestiti e accessori griffati, cappellini, oggetti in legno, bigiotteria e chi più ne ha più ne metta.

Con l’arrivo del buio la strada principale, quella che costeggia la spiaggia, si popola di  venditori e cuochi ambulanti  che con i loro carretti vendono un po’ di tutto. Ci fermiamo a mangiare in uno dei tanti ristorantini tipici, la cucina è buona e quasi esclusivamente a base di pesce. Tornati in albergo controlliamo su internet cosa dicono i metereologi ma le previsioni del tempo che troviamo non sono confortevoli, anche per domani è prevista pioggia e freddo così ci limitiamo a prenotare l’albergo ad Hà Nội.

Rimandiamo a domani mattina la decisione di fare il giro della baia con la barca, se c’è la nebbia che c’è oggi  le probabilità di non vedere nulla sono davvero altissime

Diciottesimo giorno                           Domenica                                    13.03.2011

Ha Long                                                     Km      160                                       Ha Noi                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

                                                            Tot.   Km. 160

 Ci svegliamo all’alba per constatare che il tempo è lo stesso di ieri, tutto nuvoloso con nebbia fitta sul mare. Ad un certo punto un raggio di sole riesce a forare lo strato di nubi facendoci sperare, ma il sogno è durato meno di 10 minuti,  poi tutto come prima. Prepariamo i bagagli , li carichiamo sugli scooter,e fatta la colazione siamo “on the road again”. Parlare del traffico è inutile, scontato, ma ho passato un bruttissimo momento quando, dopo aver superato il paese di Kim Non, mentre stavo incrociando il primo di una colonna di camion, quello che lo seguiva  si è buttato in sorpasso.

Sono riuscito ad schivarlo, più per fortuna che altro, per metro, forse anche meno e Sandra che mi seguiva ha dovuto fare la stessa manovra evitando anche lei, per un soffio, di essere travolta.Raggiunta la periferia di Hà Nội ci fermiamo per lavare gli scooters che sono letteralmente coperti di fango. Con i mezzi puliti e lucidati siamo ripartiti ed alle due del pomeriggio siamo arrivati nel centro della città vecchia dove si trova il Rising Dragon, l’albergo che abbiamo prenotato. L’appartamento che abbiamo affittato è davvero confortevole e bello ed anche il personale è gentilissimo e, saputo che dobbiamo spedire i nostri motorini a HCM City si sono offerti di farlo per noi.

Dopo aver dato loro le spiegazioni che ci avevano lasciato al Saigon Scooter Center hanno fatto un poche di telefonate e mi hanno confermato che domani mattina faranno loro la spedizione come da nostre indicazioni.

Tiriamo un sospiro di sollievo, la spedizione era per noi una cosa nuova e non semplice visto che qui si parla solo vietnamita.

Dopo aver preso una cartina della città ci incamminiamo nelle vie del centro cercando di arrivare al lago Hoan Kiem, il centro della città vecchia anche perché oggi è giorno di Night Market e siamo davvero curiosi di vedere se assomiglia a quello di HCM City. Camminando lungo le vie del centro piene di negozi di ogni genere abbiamo la netta sensazione di essere in un altro Viet Nam, diverso da quello che abbiamo conosciuto nei giorni precedenti.

Quello che ci colpisce è il comportamento dei negozianti. Mi spiego meglio; prima di tutto qui ti guardano come fossi un marziano se inizi a trattare sul prezzo e ti dicono con aria di sufficienza che i prezzo sono fissi! Poi, ammesso che uno ci creda, non fanno nulla per vendere la merce che espongono anzi, ti fanno capire che sei vai via, in fondo, gli fai un favore.  Quindi non esiste una trattativa sull’acquisto e generalmente i prezzo sono il doppio o triplo rispetto il resto del Paese ma anche di HCM City!  Raggiunto il lago ci sediamo a bere un caffè per poter osservare il groppo di motorini che si è creato su una coppa giratoria dove confluiscono quattro strade molto trafficate, una cosa incredibile.

Scopriamo ben presto che dappertutto il prezzo delle cose viene dato in dollari americani, solo se chiedi te lo tramutano in Dong e che è molto più conveniente cambiare euro rispetto al dollaro.

I prezzi poi non sono sempre convenienti, qui spesso le cose hanno lo stesso prezzo che in Italia cosa che ci lascia meravigliati considerando che il costo della vita qui è davvero irrisorio.  Andiamo all’estremità meridionale del lago Hoan Kiem per visitare il tempio di Ngoc Son che è costruito su un’isolotto. Per raggiungerlo si deve passare   un ponte in legno di colore rosso chiamato Huc sul quale troviamo molte persone intente a fissare l’acqua del lago nella speranza di vedere affiorare una delle grandissime tartarughe che, si dice, portino fortuna ed esaudiscano i desideri a chi le vede.Appena arriva il buio la polizia chiude al traffico la via principale, la Hang Duong, che viene invasa da centinaia di ambulanti con le loro mercanzie, è il Night Market che ogni domenica si impossessa del centro della città.

Passiamo un’ora a girare tra le baracchette  facendo qualche piccolo acquisto   e di gente ce n’è davvero tanta ma turisti ne abbiamo visti davvero pochi. Prima di ritornare in albergo andiamo in un’agenzia viaggi e prenotiamo per domani un’escursione alla Pagoda dei Profumi che si trova fuori città.

Diciannovesimo giorno                    Lunedì                                             14.03.2011

 Ha Noi                                                      Km.   75                                               Pagoda dei Profumi 

                                                                      Km.   75                                                Ha Noi                                                                                          

                                                            Tot. Km.  150                                              

Alle sette e mezza passano a prenderci in Hotel con il pulmino ma, come da tradizione, si parte solo alle otto e tre quarti quando hanno recuperato tutti i partecipanti al tour. Siamo un gruppetto eterogeneo, tre ragazzi canadesi che fanno un casino incredibile, un signore tailandese, una ragazza americana di Chicago, una coppia di coreani e noi due italiani. La prima parte del viaggio, che dura due ore,  la facciamo con il minibus che ci porta fino alla cittadina di My Duc  che dista circa 60 chilometri. Da qui saliamo su una piccola barca spinta a remi da una donna che in un’ora circa ci porta ai piedi del Monte Huong Tich  ovvero del Monte delle Impronte Profumate.

Appena sbarcati camminiamo lungo il fiume per raggiungere l’imbocco del sentiero che porta in cima alla montagna. Lungo la strada c’è una fila ininterrotta di negozi dove la gente va a comperare da mangiare. Ci sono panettieri che sfornano in continuazione panini a forma di pesce o di granchio, macellai che pezzi di carne che prendono da carcasse appese in strada, cuochi che vendono minestra che prelevano da grandi calderoni e gli immancabili venditori di souvenir

Alla fine della strada c’è una scalinata da dove inizia la parte più faticosa, la salita del monte per arrivare alla grande caverna che contiene la Pagoda delle Vestigia Profumate la Pagoda Thien Chu. Sono tre chilometri di sentieri di montagna che su ambo i lati hanno, per tutta la loro lunghezza, una fila ininterrotta di venditori ambulanti più o meno bene organizzati che vendono un po’ di tutto, cibi pronti, capi di vestiario ma soprattutto portafortuna e doni da mettere sotto le statue del Buddha.

Per fortuna per salire c’è anche una funivia che ti porta in cima al monte in una decina di minuti, la prendiamo senza pensarci due volte perchè così oltre che fare meno fatica guadagniamo almeno un’ora sul tempo che abbiamo a disposizione.

Arrivati in cima troviamo una folla che aspetta di entrare nella grotta, sapevamo che questa pagoda gode di grande popolarità tra i vietnamiti che la usano anche come meta per trascorrere il tempo libero ma non ci saremmo aspettati di trovare tanta gente.

Solo successivamente abbiamo scoperto che questo posto è meta di pellegrinaggi di massa in occasione della festa che inizia al secondo mese lunare, quello in cui siamo, come non bastasse, l’afflusso dei pellegrini è particolarmente intenso nei giorni pari, come dire che abbiamo davvero una buona mira!

La Pagoda nella grotta è molto semplice e non ha nulla di speciale ma c’è un’atmosfera particolare che ti coinvolge, pur non condividendo la stessa fede dei pellegrini, senti che questo è un posto speciale,che ti fa sentire bene.

Rimaniamo una mezz’ora nella grotta poi prendiamo la via del ritorno anche perché la nostra guida ci ha dato due ore e mezza di tempo per salire e scendere e ci aspetta alla base del sentiero per il pranzo.

La discesa è lunga ma piacevole, ci fermiamo a guardare le tante merci esposte sui banchetti improvvisati e, cosa che non avevamo potuto notare all’andata, ogni cento metri c’è un cestino che contiene dei bastoni di bambù a disposizione dei pellegrini che vogliono aiutarsi durante la salita.

Lungo il percorso vediamo di tutto, banditori che vedono dolciumi vantandone la bontà con microfoni regolati a 120 decibel, bambini che chiedono la carità, vecchie chiromanti che si offrono di leggerti la mano, giocatori d’azzardo con delle cartelle da tombola improvvisate ed anche imbroglioni che sfidano i pellegrini con il gioco delle tre carte. Arrivati al punto di partenza ci riuniamo al gruppo ed andiamo a pranzare in uno dei tanti ristorantini dalla cucina tradizionale. Nel primo pomeriggio riprendiamo la barca e, raggiunta la cittadina di My Duc  prendiamo il nostro minibus ed alle sei siamo nuovamente in hotel ad  Hà Nội.

Il cielo è sempre coperto e c’è anche nebbia, andiamo a camminare un poco in centro città e, dopo aver cenato, ritorniamo in albergo.

Alla fine della strada c’è una scalinata da dove inizia la parte più faticosa, la salita del monte per arrivare alla grande caverna che contiene la Pagoda delle Vestigia Profumate la Pagoda Thien Chu. Sono tre chilometri di sentieri di montagna che su ambo i lati hanno, per tutta la loro lunghezza, una fila ininterrotta di venditori ambulanti più o meno bene organizzati che vendono un po’ di tutto, cibi pronti, capi di vestiario ma soprattutto portafortuna e doni da mettere sotto le statue del Buddha.

Per fortuna per salire c’è anche una funivia che ti porta in cima al monte in una decina di minuti, la prendiamo senza pensarci due volte perchè così oltre che fare meno fatica guadagniamo almeno un’ora sul tempo che abbiamo a disposizione.

Arrivati in cima troviamo una folla che aspetta di entrare nella grotta, sapevamo che questa pagoda gode di grande popolarità tra i vietnamiti che la usano anche come meta per trascorrere il tempo libero ma non ci saremmo aspettati di trovare tanta gente.

Solo successivamente abbiamo scoperto che questo posto è meta di pellegrinaggi di massa in occasione della festa che inizia al secondo mese lunare, quello in cui siamo, come non bastasse, l’afflusso dei pellegrini è particolarmente intenso nei giorni pari, come dire che abbiamo davvero una buona mira!

La Pagoda nella grotta è molto semplice e non ha nulla di speciale ma c’è un’atmosfera particolare che ti coinvolge, pur non condividendo la stessa fede dei pellegrini, senti che questo è un posto speciale,che ti fa sentire bene.

Rimaniamo una mezz’ora nella grotta poi prendiamo la via del ritorno anche perché la nostra guida ci ha dato due ore e mezza di tempo per salire e scendere e ci aspetta alla base del sentiero per il pranzo.

La discesa è lunga ma piacevole, ci fermiamo a guardare le tante merci esposte sui banchetti improvvisati e, cosa che non avevamo potuto notare all’andata, ogni cento metri c’è un cestino che contiene dei bastoni di bambù a disposizione dei pellegrini che vogliono aiutarsi durante la salita.

Lungo il percorso vediamo di tutto, banditori che vedono dolciumi vantandone la bontà con microfoni regolati a 120 decibel, bambini che chiedono la carità, vecchie chiromanti che si offrono di leggerti la mano, giocatori d’azzardo con delle cartelle da tombola improvvisate ed anche imbroglioni che sfidano i pellegrini con il gioco delle tre carte. Arrivati al punto di partenza ci riuniamo al gruppo ed andiamo a pranzare in uno dei tanti ristorantini dalla cucina tradizionale. Nel primo pomeriggio riprendiamo la barca e, raggiunta la cittadina di My Duc  prendiamo il nostro minibus ed alle sei siamo nuovamente in hotel ad  Hà Nội.

Il cielo è sempre coperto e c’è anche nebbia, andiamo a camminare un poco in centro città e, dopo aver cenato, ritorniamo in albergo.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       continua…………

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