2004 ELEFANTENTREFFEN

Germania

Loh/Thurmansbang-Solla

Elefantentreffen

2004

 dal  29 Gennaio 2004  –   al 02 Febbraio 2004

Mario con la Vespa – Luca con la Lambretta

Resoconto di viaggio

Giovedì 29.1.04

001 - Gemona

partenza alle ore 6.30 del mattino da casa di Luca. Senza intoppi  alle 8.15  siamo a Gemona del Friuli dove facciamo la prima sosta per mangiare qualcosa e sgranchire un po’ le gambe. La temperatura è di –8°C . Dopo una trentina di minuti ci rimettiamo in viaggio, la prossima sosta è programmata a Tarvisio dove sicuramente dovremo fare benzina.

Alle 10.30  arriviamo a Tarvisio dove il termometro è fermo a –14°C .

Facciamo una sosta di circa 1 ora anche per prendere “la calda” poi entriamo in Austria. Tutto procede per il meglio e alle 13,45 siamo a Mallnitz, pronti per imbarcarci sul trenino che ci porterà oltre i Tauri. Il costo della corsa è di 8 euro e, alla biglietteria ci viene dato anche un cavo di ancoraggio per fissare gli scooters sul vagone del treno navetta operazione che viene fatta da due addetti che bloccano la Vespa  alla struttura del vagone ferroviario, poi ci dicono di accomodarci nel vagone passeggeri. Il percorso ha la durata di circa 20 minuti poi, una volta scesi dal treno, inizia la discesa verso Salisburgo. Il tempo si mantiene abbastanza bene, nonostante il cielo coperto non ha ancora mai piovuto o nevicato e le strade sono tutte ben pulite dalla neve.

Abbiamo deciso, prima di partire, che dobbiamo fermarci prima delle 17 per evitare il buio ed eventuali ghiacciate notturne. Alle 16.30 abbiamo passato da poco la cittadina di Bischofshofen e valutiamo che c’è ancora luce sufficiente per viaggiare perciò decidiamo di arrivare a Golling.

Appena passata la bella fortezza di Werfen inizia a nevicare e  ben presto ci troviamo nel bel mezzo di una bufera.  La visibilità è ridottissima, qualche metro, in brevissimo tempo la strada è completamente coperta di neve e procedere è sempre più difficoltoso, senza contare il rischio di fare qualche caduta. Per fortuna  raggiungiamo senza danni Golling dove, trovato da dormire in una pensione, possiamo finalmente rilassarci un po’.

La temperatura è scesa ancora ed in serata, quando andiamo a mangiare qualcosa in centro il termometro segna -20.

venerdì 30.1.04

Alle 8 del mattino, dopo un’abbondante colazione siamo di nuovo pronti a partire. Il tempo è decisamente migliorato, non solo non nevica, ma il cielo ha ampi sprazzi di sereno l’unico neo è la temperatura che rimane a -20. Alle 10 del mattino siamo a Salisburgo dove facciamo una sosta sia per riposare che per scattare qualche fotografia, la città con la neve è bellissima, sembra di essere dentro una cartolina. 

Lasciata Salisburgo prendiamo la strada che porta a Braunau dove arriviamo a mezzogiorno. Decidiamo di proseguire ancora un po’ prima di fare una sosta e l’occasione buona si presenta a Pocking quando ad un incrocio vediamo un grosso Mc Donald. Ci fermiamo circa un ora per riposare e far riposare i motori. Alle 2 siamo nuovamente in marcia, Passau è ormai vicina e così pure il luogo del raduno.  Alle 15.30 siamo a Thurmansbang e tempo un quarto d’ora siamo finalmente a Solla, all’entrata dell’Elefantentreffen.

Le iscrizioni si fanno all’entrata della valle ma raggiungere il chiosco e l’entrata non è cosa così semplice, ci sono centinaia di motociclisti con moto e sidecar in fila per accedere al piazzale di ingresso, la stradina di accesso è stretta e c’è un continuo via vai di moto che trainano fascine di legna, casse di birra e balle di paglia, un casino incredibile, ma il raduno è proprio questo. Alle 16 , dopo aver pagato la quota di iscrizione ci mettono un bracciale verde che è il lasciapassare, da questo momento in poi ci si deve arrangiare, o si lasciano i mezzi fuori e si prosegue a piedi o si scende nella parte più profonda della valle che tutti chiamano “la fossa” con la moto, fare questo però è abbastanza arduo. La neve è abbastanza alta ma sotto c’è un robusto strato di ghiaccio. Imbocchiamo la ripida discesa ed ogni volta che scivolo trovo sempre braccia che mi sostengono o mi danno un aiuto spingendo o frenando la Vespa.  Dopo una buona mezz’ora arrivo finalmente a destinazione, il fondovalle dove ad aspettarmi ci sono gli amici dei Gatti Randagi di Trieste che sono arrivati il giorno prima e si sono già sistemati.

All’entrata troviamo anche i di bikers di Trieste, “the wild bunch” cui ci aggreghiamo e, primo lavoro da fare è, trovata una possibile zona per la collocazione delle tende (7 in tutto). Individuato il posto non resta che cominciare a spalare metri cubi di neve per creare uno spiazzo.

Ci dividiamo subito i compiti, mentre mentre mi aggrego al gruppetto che spala la neve, un altro gruppo va a prendere la paglia e la legna, cosa questa non meno faticosa dello spalare. Alle 8 di sera, finalmente abbiamo montato le tende e possiamo pensare ad accendere il fuoco e preparare qualcosa da mangiare.

Il clima del raduno è molto bello, ci sono motociclisti venuti da tutta Europa, tutti con la voglia di essere un po’ eccentrici ed in questo campo ovviamente i tedeschi, che giocano in casa, la fanno da padroni, non si finisce mai di notare qualcosa di strano, interessante o semplicemente bizzarro. A mezzanotte vado a dormire, la temperatura è abbondantemente sotto lo zero,–15 è quello che segna il termometro che hanno appeso fuori da una tenda. Il campo e particolarmente vivo e rumoroso, tra grida, petardi, fuochi d’artificio, sirene e motori imballati non riesco ad addormentarmi subito, ma, dopo un po’ la stanchezza prevale sul rumore e mi addormento come se nulla fosse.

La sveglia viene data sia dalla luce del sole che dai petardi che i più mattinieri si divertono a far esplodere per rompere le scatole ai dormiglioni. Per poter bere un caffè bisogna riattizzare il fuoco, operazione abbastanza impegnativa vista la legna ghiacciata poi, fatta bollire l’acqua, finalmente si beve qualcosa di caldo. Rirolto questo primo problema decido di  andare in paese a Solla per fare un po’ di spesa. Per percorrere i 2 chilometri  che mi separano dal supermercato impiego circa 1 ora , ci sono migliaia di moto posteggiate dappertutto ed è impossibile non fermarsi a guardarle e spesso a fotografarle. Solla è una frazione di Thurmansbag, come dire quattro case ed una strada che le attraversa, il supermercato è però abbastanza rifornito sia di generi alimentari che di tutte quelle piccole cose di cartoleria che possono servire.

Il ritorno non è meno lento dell’andata; il flusso dei motociclisti che arrivano da tutte le parti non si è mai interrotto ma essere a piedi rappresenta un buon vantaggio. A metà strada incontro uno dei “Gatti” che mi dice che la mia Vespa sta perdendo benzina dallo scarico e che è meglio che vada subito a dare un’occhiata. Faccio mente locale al problema e mi rendo conto che la sera precedente l’ho posteggiata appoggiandola ad un mucchio di neve, ma non mi sono ricordato di chiudere il rubinetto della benzina così, essendo inclinata dalla parte del carburatore, la benzina ha continuato a scendere riempiendo prima il motore per poi uscire dalla marmitta. Il vero rischio è che, se non te ne accorgi, nel metterla in moto, può esplodere la marmitta o, se sei sfortunato anche il carter.

Dopo aver fatto uscire tuta la benzina lasciandola in verticale per mezz’ora, riesco a metterla in moto, ma il pieno se ne è  andato e, per fortuna, trovo chi mi da un po’ di benzina per poter raggiungere il primo distributore. Già che ci sono monto anche le catene senza le quali è impensabile pensare di uscire dalla valle il giorno dopo. La giornata passa tranquillamente bighellonando tra un gruppo di motociclisti ed un altro.

La sera, come da tradizione, ci ritroviamo tutti davanti al falò per preparare un “Gran Pampel” il tipico “grog” triestino fatto con vino, rum, frutta, zucchero, burro, cannella e noce di garofano.

La sveglia è come quella del giorno precedente, ma la differenza è che questa volta bisogna levare le tende ed imboccare la via di casa.

Mettendo un pietoso velo di silenzio su tutte le operazioni di piegatura della tenda che è fradicia e ghiacciata, si arriva al momento dei saluti; sono le 10 del mattino e siamo pronti a partire, la Vespa è carica e così pure la Lambretta di Luca. Salutiamo sia i bikers che i vespisti e imbocchiamo la faticosa salita innevata che ci porta all’uscita della valle.

Nonostante l’incredulità dei presenti, la Vespa supera  tranquillamente la forte pendenza e le catene riescono ad artigliare il ghiaccio senza un momento di cedimento. Anche la Lambretta di Luca riesce a superare la pendenza, ma questo comprometterà la frizione, cosa questa che si dimostrerà ben presto disastrosa. Sulla strada sostituisco la ruota con catene con quella normale e, dopo aver sistemato i bagagli, ripartiamo.    Non abbiamo percorso più di 2 chilometri sulla strada che ci riporta a Thurmansbang che la ruota posteriore della Lambretta esplode obbligando Luca a fare una lunga derapata per tenerla in strada.  Sostituire la ruota diventa un piccolo problema perché quella di scorta è sgonfia. Prendo la ruota e vado alla ricerca di un distributore, sia per gonfiare la ruota della Lambretta che per fare il pieno di benzina.

domenica

La cosa si rivela più complessa del previsto, è domenica quindi i distributori non necessariamente sono aperti, ma, soprattutto, in Germania, non  ci sono indicazioni. Chiedendo qui e la riesco, dopo molti chilometri percorsi nel nulla, a trovare un distributore  dove un gentilissimo gestore, che aveva appena chiuso l’impianto, mi ha dato lo stesso sia benzina che una gonfiata alla gomma. Torno da Luca che nel frattempo si era arrangiato  montando l’altra ruota, quella con cui aveva appena tolto le catene, ma i guai non finiscono qui anzi sono appena all’inizio perchè appena ripartiamo, mi dice che ha dei problemi con la frizione.  Non riusciamo ad arrivare nemmeno al paese li vicino che la Lambretta non si muove più, frizione inesistente!

Valutando sul da farsi optiamo per la soluzione più semplice, stare fermi un giorno a Thurmansbang  che dista meno di un chilometro , aprire il motore e vedere cosa si può fare per convincerlo a riportarci a casa.

La Gasthof zur Linde è molto accogliente ma soprattutto ha un garage con tettoia che fa proprio al caso nostro ed un proprietario davvero disponibile a darci una mano. Aperto il motore scopriamo che i dischi della frizione sono lisci, senza sughero, distrutti. Con un ‘operazione da certosino, Luca riesce in qualche modo a pulirli e, confidando nella buona sorte, a rimontarli ed a farli funzionare.

Terminato il lavoro facciamo un breve collaudo e sembra che tutto regga, non si sa per quanto, ma regge. In serata valutiamo tutte le possibili vie da percorre per tornare a casa, ci sono tante incognite e tantissimi dubbi, la via più rapida è sicuramente l’autostrada che permette di non cambiare mai marce ma, in caso di arresto del motore, in autostrada non hai possibilità di trovare immediato riparo.

La mattina, dopo un abbondante colazione, partiamo facendo tutti gli scongiuri che conosciamo; io mi prendo sulla Vespa un po’ del peso della Lambretta per alleggerirla il più possibile, ma anch’io sono privo di spazio.

Imbocchiamo subito l’autostrada dove procediamo nel modo più costante possibiler alla velocità di 70/80 Km/h. Dopo un’ora poi Luca deve fermarsi per allentare il cavo della frizione che stranamente si sta tensionando da solo. Usciamo dall’autostrada a Ried per prendere la strada statale per Salisburgo.  A Salisburgo dobbiamo attraversare una parte della città per prendere nuovamente l’autostrada per Villacco  e la cosa non è certo semplice se hai problemi di frizione e devi fermarti causa traffico e semafori. Imboccata nuovamente l’autostrada facciamo una sosta a Golling dove siamo costratti a scollegare la frizione completamente lasciando il motore in presa diretta. Facciamo un’ora di sosta per far raffreddare il motore, poi, si riparte. Sono le 15.30  quando arriviamo all’imbocco della galleria dei Tauri, per fortuna il tempo regge meglio della Lambretta che sta dando segni di cedimento, ma la speranza non muore mai, e, qualche volta neanche la fortuna. Ormai è buio ed io non sono tranquillo a guidare in autostrada a 60 km/h camminando prevalentemente in corsia di emergenza per evitare di essere travolti dai camion che ininterrottamente ci sorpassano rifilandoci.  Facciamo ancora una sosta prima del confine con l’Italia, la Lambretta ormai è arrivata alla fine, sta cedendo, anche il cuscinetto dell’albero motore inizia a fare strani e preoccupanti rumori, ma nonostante questo ripartiamo.

Arrivati a Carnia  facciamo un’altra sosta sia per fare benzina che per lasciare raffreddare l’agonizzante motore della Lambretta. Dopo un’ora ripartiamo nuovamente sapendo che ogni chilometro fatto è un chilometro preso, ma soprattutto nella certezza che a casa non ce la facciamo ad arrivare. Quando mancano una decina di chilometri all’area di sosta di Cormor, mentre stiamo procedendo ad una velocità  non superiore ai 50 km/h,  un furgone de “La Maggiore”  ci sorpassa e, dopo un lungo colpo di clacson, ed un grande agitar di mani, l’autista ci fa segno di seguirlo.

028 - Area di sosta Cormor

Arriviamo all’area di sosta che la lambretta non è più in grado di procedere, ma la fortuna ha voluto che in quel furgone non solo di fossero i “Gatti” reduci da mille peripezie anche loro, ma che  nel furgone ci sia posto per sistemare la stremata Lambretta di Luca. Beviamo un caffè e siamo decisamente contenti per il colpo di fortuna avuto, poi, dopo aver scaricato un po’ di pesi dalla Vespa , riprendo la via di casa, io davanti in Vespa seguito dal furgone.

         Alle 23 siamo tutti davanti la casa di Luca dove facciamo la fotografia di rito. In questo momento tutti i problemi avuti sono scomparsi per lasciare i posto alle bellissime emozioni che questo viaggio ha lasciato in 

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