2011 ELEFANTENTREFFEN GERMANIA e REPUBBLICA CECA

Racconto di viaggio

 Premessa

Anche quest’anno l’ultimo giovedì di gennaio è giorno di partenza. Dopo settimane passate a parlare, organizzare, studiare i percorsi, il gruppo, quanto mai eterogeneo, è pronto alla partenza e forse è il caso di spendere qualche parola per descriverlo.

Quest’anno i ragazzi del Vespa Club Trieste si sono fatti promotori dell’Elefantentreffen e così facendo sono riusciti a far si che i motociclisti che pur desiderando di partecipare al raduno non se la sentivano di viaggiare da soli si aggregassero ai vespisti. Anche i mezzi sono eterogenei come i piloti, molte vespe, alcuni sidecar di vario tipo una jeep. Anche le partenze sono scaglionate , un gruppetto parte il mercoledì e si incarica di prendere posto per tutti, io parto con la mia Crodi 2.1 il giovedì assieme ad Angelo, anche lui con la Vespa,   Diego con il sidecar assieme a  Povel e Machina con la Jeep; e per finire Lucio e Roberto, con la macchina perché,  a causa di motivi di lavoro, non possono partire prima di venerdì sera.

Dopo diverse ore passate in box a preparare i mezzi per il viaggio e dopo aver visionato un’infinità di siti di meteorologia, finalmente arriva il giorno della partenza.

27.01.2011 - Partenza

 Giovedì 27 gennaio 2011

Alle sei del mattino, dopo aver caricato le ultime cose mi trovo con Angelo in piazza Oberdan per il caffè della partenza. Aspettiamo una quindicina di minuti per vedere se arrivano gli altri partecipanti,  alle sei e mezza, visto che di loro non c’è traccia, alle sei e trenta mettiamo in moto le Vespa e percorrendo il Viale Miramare lasciamo la città. Non ci preoccupiamo più di tanto perché ho dato loro il Road Book e sanno perfettamente come e dove trovarci visto che i loro mezzi sono decisamente più veloci dei nostri.

La giornata è bellissima e la temperatura è di circa 5 gradi sopra lo zero. Dopo un’ora e mezza di viaggio usciamo dall’autostrada a Gemona del Friuli dove facciamo la prima sosta. Qui la temperatura è di – 2 °C  più alta di quanto ci saremmo aspettati. Dopo il caffè facciamo il rabbocco della benzina e quando siamo pronti per ripartire riceviamo la telefonata di Diego che ci ragguaglia su una serie incredibile di sfighe, uno del gruppo è caduto ieri sera lussandosi la spalla un altro ha 39 di febbre ed un terzo è bloccato a Villach con il sidecar rotto ed ha chiesto soccorso agli amici.

Così rimaniamo d’accordo che ci sentiamo più avanti quando avranno i vari problemi saranno risolti..

Riprendiamo il viaggio lungo la Val Canale e, dopo un’altra ora e mezza, arriviamo a Tarvisio; durante tutto il tragitto la temperatura è rimasta fissa a – 5°C   ma c’è un sole splendido e non ce ne accorgiamo nemmeno.

Qui la sosta è un poco più lunga perché, sono le dieci del mattino e ci concediamo un panino, poi ripartiamo e dopo qualche chilometro entriamo in territorio austriaco e, raggiunto il primo distributore di benzina in prossimità di Arnoldstein, ci fermiamo per fare benzina e comperare la Vignetta autostradale.

Procediamo lungo la strada statale numero 100 che ci porta prima a Spittal a.d.Drau poi verso Mallnitz che raggiungiamo alle 12.45 giusto in tempo per imbarcare le Vespa sul treno che porta dall’altra parte sei Tauri, a Bad Gastein.

27.01.2011 - Mallnitz - Bad Gastein

Il pedaggio è aumentato nuovamente raggiungendo i €16 per una moto per un tragitto di 12 Km, trovo che 1,33 euro al chilometro sia davvero un’esagerazione!

Dall’altra parte dei Tauri il tempo regge ancora bene e la strada è abbastanza pulita mentre la temperatura non scende mai sotto i -2°C. Proseguiamo fino a Werfen dove decidiamo di fare una sosta di tipo alimentare visto che sono quasi le due del pomeriggio. Nella cittadina ci sono molti ristoranti e buffet, peccato siano tutti chiusi, l’unico aperto è una vecchia Gasthoff dove possiamo prendere delle salsicce con le patate fritte ed una buona birra alla spina.

27.01.2011 - Werfen27.01.2011 - Werfen

Alle tre del pomeriggio siamo nuovamente in viaggio e dopo mezz’ora, passato il Lueg Pass, arriviamo a Golling, la cittadina dove avevamo previsto di pernottare. Facciamo una veloce valutazione di cosa ci conviene fare considerando che il cielo si è completamente coperto ed abbiamo l’impressione che manchi poco perché cominci a nevicare; alla luce di queste considerazioni decidiamo che è meglio proseguire finché il tempo regge in direzione di Salisburgo.

Alle quattro siamo nella città di Mozart, non nevica anche se il cielo lo promette ad ogni istante, c’è ancora luce così continuiamo sulla strada statale 156 che porta direttamente a Braunau che   dista una novantina di chilometri. Strada facendo ci mettiamo alla ricerca di un posto dove pernottare, facciamo alcune soste nelle gasthaus che incontriamo lungo la strada ma nulla da fare, sembra sia impossibile trovarne una con stanze libere, oggi è giovedì che da queste parti è giorno di chiusura e l’unica che troviamo aperta è priva di stanze libere. Ormai sta già facendo buio e questo non aiuta certo la nostra ricerca finché troviamo un oste che ci dice che a Eggerberg, vicino alla fabbrica della birra, c’è una gasthaus aperta.

Alle 18.30 posteggiamo le Vespa all’entrata della gasthaus che scopro essere la stessa dove mi sono fermato due anni fa. Il posto è bello, la camera che ci danno è accogliente e possiamo anche sistemare le Vespa e le nostre cose in garage.

Mentre gustiamo un buonissimo bauernschmauss facciamo una valutazione della giornata trascorsa: temperature davvero buone, non ha nevicato e le strade sono sempre state percorribili senza problemi, siamo ad una ventina di chilometri da Braunau  ed abbiamo percorso quasi 450 Km senza alcun problema; non male!

venerdì 28 gennaio 2011

Anche se il cielo è coperto alle prime luci dell’alba la giornata promette bene. Alle otto del mattino riceviamo la telefonata di Diego che ci dice che sono a Ering, un paesino ad una cinquantina di chilometri da noi, sulla strada per Passau e ci aspettano. La notizia ci fa piacere perché questo fa capire che i problemi sono stati in qualche modo risolti e che hanno lo stessopercorsdo 50 Km più di noi. Lasciato Eggerberg la strada per Braunau è pulita e dopo meno di mezz’ora siamo già in Germania. Procediamo spediti per la strada B12 finché non raggiungiamo il resto della compagnia a Ering. Alle 10 del mattino ci rimettiamo tutti in viaggio prendendo l’autostrada E56 in direzione di Regensburg fino all’uscita 113  che ci porta a meno di 20 Km dalla meta, le strade secondarie sono pulite anche se di neve ce n’è davvero tanta; anche qui la situazione metereologica è la stessa, il termometro sembra fermo a -5°c e  c’è un sole splendente che ci riscalda.

Durante il tragitto ci saremmo aspettati di vedere un numero maggiore di moto; arrivati alla reception il piazzale è vuoto ed anche il colpo d’occhio sulla valle non mi da il senso di pienone come ci si sarebbe aspettato visto la clemenza del tempo. Subito dopo l’iscrizione il gruppo si ricongiunge, Furio ci accompagna all’accampamento che si trova proprio dietro alla reception su uno dei pochi posti pianeggianti della valle ed è vicinissimo all’entrata, al venditore di legna e, soprattutto ai gabinetti!

L’unica controindicazione è che, essendo sul bordo più alto della valle c’è sempre vento che porta sopra di noi il fumo di tutti gli altri fuochi, ma dopo un po’ ci si abitua. Sistemiamo agevolmente  le nostre tende mentre Nazario e Furio ci danno subito qualcosa da mettere sotto i denti. Angelo ed io non abbiamo ancora deciso se partire domani mattina o rimanere un giorno li, io non ho tanta voglia di vedere arrivare i “turisti” o, per meglio dire i  “visitatori dello zoo” che pagano un biglietto da € 7,50 per entrare a vedere gli animali ( noi ) che popolano il raduno.

Il raduno è un momento di aggregazione e di incontri, passiamo il pomeriggio a fare visita agli amici con i quali ci si incontra solo qui, in serata, si va alla trattoria di Solla a mangiare qualcosa.

 Alle due del mattino, quando andiamo a dormire, la temperatura è scesa a -10°C .

Solla - 55° Elefantentreffen

sabato 29 gennaio 2011

Mi sveglio abbastanza presto e mi metto subito ad accendere il fuoco per prepararmi un buon caffè caldo. Con il passare del tempo vedo alcuni uscire con difficoltà dalle tende, altri no, hanno fatto festa fino alle sei del mattino ed alle nove non sono certo svegli anche perché qui non c’è molto da fare! Mentre stiamo a chiacchierando attorno al fuoco arrivano Lucio e Roberto, sono partiti in macchina ieri sera ed hanno dormito un poche di ore in  un albergo lungo la strada.

Lucio, appena arrivato, si mette subito a fare il suo mestiere, il cuoco e, messa la piastra sul fuoco, vi getta sopra subito alcune paia di salsicce, al mattino sono un’ottima colazione e l’odore aiuta il risveglio.

Finito di fare colazione continuiamo il nostro giro, una camminata nella parte più bassa della valle, quella che tutti chiamano “la fossa”, per fare qualche acquisto nei negozietti improvvisati poi risaliamo ed andiamo fino al paese. Puntualmente arrivano i turisti che a mio avviso sono il frutto dell’ingordigia degli organizzatori del raduno; checchè ne dicano, quando ci sono i soldi di mezzo i perfettini e correttissimi tedeschi si comportano anche peggio dei “ Italiener pasticcioni”.

Di turisti ce ne sono tanti che mi sono divertito a classificarli in due categorie ben distinte; quella degli estranei e quella dei mimetici. Gli “estranei” sono evidenti e si riconoscono perché indossano abiti normali, spesso da giorno di festa con tanto di cappotto e sciarpa mentre la compagna indossa l’immancabile pelliccia con stivali firmati. Sono degli osservatori distaccati che nel guardarsi attorno mascherano con difficoltà quell’espressione di curiosità mista allo schifo che provano, ma stanno anche attenti a non farlo in modo troppo evidente probabilmente per la paura di provocare qualche reazione; nel camminare non senza difficoltà sui sentieri pieni di neve, ghiaccio e cose strane fotografano le situazioni che a loro avviso sono “particolari” o insolite ma con un certo garbo.

I mimetici sono completamente differenti dai primi. Vestono jeans o pantaloni in pelle modello da bikers, spesso un bomber su cui hanno incollato alla meno peggio qualcosa per sentirsi parte della fauna locale e si comportano come bikeres dal passato vissuto perché chiaramente il presente non lo è.

Il comportamento che li smaschera rendendoli visibili come fari nella notte è l’invadenza e la meraviglia che non riescono a nascondere per le cose del raduno. Quello che per un “elefanten” fa parte della quotidianità per loro è novità e stranezza perciò spesso si infilano fra le tende, fotografano e mettono il naso dappertutto e spesso, anche se gentilmente, vengono invitati ad andare a fare quello che fanno da un’altra parte.

Chiaramente in mezzo ci sono anche persone che per motivi personali non sono riuscite a venire con la moto oppure hanno dovuto appendere la moto al chiodo, ma queste, di solito, non comperano il biglietto ma si iscrivono regolarmente e il loro girare è finalizzato a cercare tra la folla di campeggiatori vecchi amici o i conoscenti. Quest’anno ho visto arrivare un giovane sulla trentina costretto sulla sedia a rotelle probabilmente a causa di un incidente; all’entrata, dopo essersi iscritto, ha chiesto ad  un amico di legargli i piedi al poggiapiedi per evitare che possano cadere poi, rifiutando qualsiasi aiuto, ha raggiunto la tenda dove evidentemente lo stavano aspettando spingendosi con la carrozzina su ghiaccio e neve e credo che questo fatto non abbia bisogno di alcun commento.

 Tornando a noi, un’ora di marcia ci fa solo che bene e, una volta raggiunta la gasthaus prendiamo una buona ma soprattutto calda goulashsuppe prima di prendere la via del ritorno al campo.

Nel pomeriggio ci raggiungono alcuni vespisti del Vespa Club Praga con il loro capo, Achille , un carissimo amico che conosciamo dal raduno di Trebiciano. Dopo le solite chiacchierate ci invitano tutti al primo raduno vespistico che faranno nella capitale della Rep. Ceca alla fine di Luglio.

Solla - 55° Elefantentreffen

Passiamo il resto della giornata camminando,  per tre volte andiamo fino a Solla poi, alle 10 di sera, quando i giovani si allontanano dal fuoco ed inizia il tour delle bevute, ci infiliamo in tenda ed andiamo a dormire perché domani, mentre il gruppo ritorna direttamente a Trieste noi iniziamo la nostra avventura nella vicina Repubblica Ceca.

domenica 30 gennaio 2011

Nelle ore notturne la temperatura è scesa a -16°C e la mattina alla sei, quando mi sono svegliato, ho visto che tutto era coperto da uno strato di ghiaccio, tende, balle di fieno e moto, un paesaggio lunare. Anche Angelo è sveglio e per prima cosa accendiamo il fuoco e, una volta preparato e bevuto il caffè,  cominciamo a caricare le nostre cose sulle Vespa per finire smontando le tende.

Per fortuna non dobbiamo caricare anche le tende, i sacchi a pelo ed i teli perché sarà Lucio a portarli a Trieste con la macchina, questo alleggerimento ci mette di buon umore, viaggiare più leggeri soprattutto su strade “sporche” è una manna.

Alle 10 del mattino, dopo aver salutato quasi tutti, alcuni stavano ancora dormendo, mettiamo in moto le Vespa e salutiamo l’Elefantentreffen. Tornati sulla strada statale seguiamo le indicazioni per Grafenau, la strada è pulita e splende il sole ma, nelle vicinanze di Philippsreut inizia la nebbia che ci accompagna fino al confine Ceco per poi sparire del tutto.

Dopo una sosta dal benzinaio continuiamo sulla  strada statale 4 che percorriamo per una decina di chilometri poi svoltiamo a destra sulla 39. Qui le strade sono messe male perché non vengono pulite.  Si vedono le quattro strisce di asfalto dove passano le auto, tutto il resto è una crosta di ghiaccio che nel centro della carreggiata è particolarmente alto. In alcuni tratti il passaggio delle auto non è stato sufficiente a pulire la strada così ci siamo trovati a procedere a passo d’uomo appoggiando i piedi a terra nella speranza di non cadere. Pur montando gomme adatte alla situazione, Angelo usa quelle da neve, io quelle M+S, ci rendiamo subito conto che sul ghiaccio servono a ben poco. Se da una parte siamo molto attenti a dove mettiamo le ruote, dall’altra questa strada offre degli scorci davvero bellissimi ed i paesaggi sono da favola.

La nebbia ed il sole si danno repentinamente il cambio quasi giocassero a nascondino. Alle due e mezza arriviamo a Český Krumlov, il cielo ha il colore del latte mentre la temperatura è scesa e fa freddo. Dopo una veloce visita della città decidiamo di restarci per la notte anche perché, nonostante sia domenica e la stagione non è certo turistica, i negozietti degli artigiano sono aperti ed invitano  a fare qualche acquisto.

Český Krumlov fa parte del patrimonio dell’Umanità gestito dall’UNESCO ed è chiusa completamente al traffico così, quando abbiamo deciso di prendere alloggio in un bellissimo alberghetto del centro storico, ricavato in una casa del XVII secolo, non abbiamo pensato che dobbiamo portare a mano i nostri bagagli dal posteggio all’albergo. Il gestore dell’albergo ci dice che dobbiamo lasciare i nostri mezzi al posteggio P2 e ci da anche una mappa dettagliata per arrivarci.

Ceský Krumlov

Torniamo alle Vespa e seguiamo le istruzioni che ci fanno girare attorno alla città per poi scoprire che il posteggio P2 è all’interno della birreria Eggenberg. Caricati in spalla i bagagli ci facciamo una bella camminata prima di raggiungere il tanto sospirato albergo, ma ne vale la pena, il posto è davvero bellissimo.

Sistemate le nostre cose in camera andiamo subito a fare un giro in città finché c’è ancora un po’ di luce poi, alle sette, ritorniamo alla birreria perchè li c’è un bellissimo ristorante antico quanto la birreria stessa. Siamo gli unici avventori ed il gestore ci consiglia di provare la specialità del posto, per antipasto il salame servito con cipolla condita con l’aceto seguito dall’immancabile Rindgoulash il tutto bagnato da un’ottima birra.

Dopo cena, anche per digerire un po’, andiamo a fare una camminata costeggiando la Vltava, il fiume che con le sue anse ha creato questa meravigliosa città, attraversiamo il ponte Lazebnicky per poi andare sul lungo fiume dove nelle acque ghiacciate si riflette sia il castello che la sua torre illuminate a giorno. Poi la stanchezza ha la meglio e tornato in albergo con negli occhi le immagini di questo posto meraviglioso mi addormento.

lunedì 31 gennaio 2011

Dopo aver fatto colazione andiamo nuovamente a fare un giro della città e, con la luce del giorno è davvero un’altra cosa. Facciamo qualche acquisto in un negozietto pieno di prodotti tipici dell’artigianato locale, le ceramiche, poi torniamo all’albergo. Ad Angelo viene l’idea di chiedere se possiamo venire fin li con in nostri mezzi per caricare le nostre cose e la ragazza della reception ci dice che non ci sono problemi ed in men che non si dica ci compila un passi per poter transitare in città; ce l’avessero detto ieri!!

Approfittiamo del permesso per fare qualche fotografie delle nostre Vespa nei punti più caratteristici, poi, caricati i bagagli ci mettiamo in nuovamente in marcia; sono le dieci del mattino e la nostra meta è České Budějovice che dista circa 30 Km da qui.

La strada è abbastanza ghiacciata e questo ci obbliga a procedere con cautela ma dopo poco più di mezz’ora siamo posteggiati nella  Samsonova Kašna , la piazza principale di České Budějovice, la patria della birra Budweiser.

Passiamo un po’ di tempo a gironzolare nel centro poi riprendiamo la nostra marcia.

Il termometro è fermo a -5°C  ma causa il vento e la velocità la temperatura percepita  è di almeno -10°C.  Prendiamo   la strada che passando per Trebon ci conduce a Jindřichův Hradec, una bellissima cittadina dove ci fermiamo a prendere un caffè in un negozio di ceramica, porcellane e lavori in legno. Bevendo il caffè ci guardiamo attorno ed alla fine diventa impossibile non acquistare qualche piccolo oggetto.

Telč, la nostra prossima meta, dista quaranta chilometri da qui e le strade per raggiungerla non sono certo migliorate, in compenso la temperatura si è abbassata durante questo piccolo tragitto scendendo oltre i  -10°C. Arriviamo a Telč alle due del pomeriggio e, posteggiate le Vespa ci facciamo una bella passeggiata sotto i portici che circondano la lunghissima e caratteristica piazza.

Passiamo un’ora ad ammirare l’architettura delle case che formano la piazza poi, come spesso accade, il tempo è tiranno e ci rimettiamo in viaggio per raggiungere Znojmo dove abbiamo previsto di fermarci per la notte..

Durante il tragitto è ricomparsa la nebbia bassa ed intensa, questo ha ridotto di molto la visibilità mentre la temperatura ora è scesa a -10°C . A circa 40 Km da Znojmo incrociamo Achille del Vespa Club Praga che era andato nella città per lavoro, un saluto veloce, qualche ragguaglio sulla città che stiamo per raggiungere ed una di rincontrarci a Praga nel mese di Luglio.

Arriviamo alla meta con il buio ed anche con la fastidiosa presenza di un vento laterale piuttosto forte. Znojmo è una città vuota, nonostante siamo di martedì alle cinque del pomeriggio, non c’è nessuno per strada ed i negozi sono tutti chiusi. Dopo aver girato a vuoto nel centro troviamo finalmente un albergo aperto. La prima cosa che notiamo è la musica che a volume abbastanza forte avvolge il posto, canzoni boeme decisamente tristi cantate con l’accompagnamento del violino ma che creano un’atmosfera surreale.

Il gestore è bizzarro e particolare come la musica che ascoltiamo, un uomo sulla sessantina, magro con lo sguardo spento che a volte ha dei guizzi che fanno credere che ti capisca, la velocità con cui si muove è da bradipo e parla solo il suo dialetto non facendo nemmeno finta di cercare di capirci.

Nonostante questo ha tentato di fare il furbo cercando di rifilarci una doppia camera al prezzo di  due singole. Per completare il tutto ha voluto essere pagato subito ed in valuta locale rifiutando tassativamente gli euro e costringendoci a cercare un bancomat per poterlo fare, in poche parole siamo incappati in uno degli ultimi figli del comunismo cecoslovacco. Mentre scarichiamo le nostre cose dalle Vespa, Angelo, parlando di lui, lo chiama Quasimodo e mai soprannome fu più azzeccato.

31.01.2011 - Telc

Il posto è decente ma sicuramente non vale i 50 euro che ci hanno chiesto!  Sistemate le Vespa in un garage li vicino andiamo in cerca di un ristorante cosa facile da dire ma non altrettanto facile da realizzare. Troviamo qualche “pivovarna” dove al massimo ci fanno un panino, un paio di ristoranti sono chiusi, e solo dopo un’ora buona passata a camminare cercando un posto dove mangiare  troviamo una pizzeria dove possiamo ordinare una Lubianska!  Torniamo all’albergo dopo aver girato un poco nel centro che non è male anche se completamente vuoto.

 martedì 1 febbraio 2011

 Alle 10 del mattino lasciamo la città dopo aver fatto un giro nel centro ed in meno di mezz’ora entriamo in territorio austriaco dove le strade sono pulite e possiamo finalmente viaggiare più spediti.

Passata la cittadina di Horn proseguiamo fino a Krems an der Donau, una città davvero bella sulle sponde del Danubio che meriterebbe una visita meno frettolosa della nostra, ma il tempo a disposizione è quello che è e le distanze pure, così, dopo aver passato un’ora nel centro e fatto uno spuntino, ci rimettiamo in viaggio.

La temperatura si è stabilizzata nuovamente sui -5°C, il cielo rimane latteo ed il sole non riesce in nessun modo a passare attraverso lo strato di nubi. Oggi iniziamo l’avvicinamento a casa perciò dobbiamo fare più chilometri possibile. Lasciata Krems raggiungiamo Sankt Pölten  e da li la strada N20 si inerpica tra i monti, uno spettacolo mozzafiato anche se dobbiamo nuovamente prestare attenzione al manto stradale che in alcuni tratti è ghiacciato. Raggiunta Mariazell inizia la lunga discesa in direzione di Bruck an der Mur, una sessantina di chilometri che percorriamo con la sensazione di guidare sulle uova perché non si riesce a capire dove c’è ghiaccio, dove l’asfalto è bagnato da acqua e sale e dove c’è il sale asciutto o la ghiaia, un vero casino.

Raggiunta Bruck an der Mur prendiamo l’autostrada per Judenburg dove abbiamo deciso di fermarci per la notte. Arriviamo nella bella cittadina alle sette di sera dopo 8 ore di guida e 350 chilometri percorsi su tutti i tipi di strade. Prendiamo alloggio in un alberghetto del centro che conosciamo e, sistemate le nostre cose, andiamo a cena; un ottimo gulasch, una birra e per finire un Bailoni, la tipica grappa di albicocche, poi a nanna, ne abbiamo davvero bisogno.

 mercoledì 2 febbraio 2011

 Questa sera dobbiamo arrivare a casa,  sappiamo che passeremo la giornata alla guida perciò, fatta colazione, alle otto e trenta siamo già in viaggio. Al momento della partenza il termometro segna  -10°C, temperatura che ci accompagnerà per 100 Km , fino a Klagenfurt. Poi le cose cambiano, lentamente la temperatura sale e guidare diventa meno faticoso, solo tremendamente noioso visto che non usciamo dall’autostrada. A parte qualche sosta benzina non ci fermiamo finché non siamo arrivati a Villach e più precisamente in Maria Gail davanti al negozio della Louis, una sosta cui non siamo capaci di rinunciare. Passiamo un’ora a gironzolare tra gli scaffali pieni do tutto quello che serve o piace ai bikers poi si riparte con l’intenzione di fare una sosta a Tarvisio che dista una trentina di chilometri. Procediamo percorrendo le strade statale fino a Udine da dove prendiamo l’autostrada per Trieste che raggiungiamo alle sei di sera dopo aver percorso 380 Km in 8 ore.

Il viaggio è stato particolarmente bello ed articolato, Angelo è stato un compagno di viaggio perfetto, tutto insomma è andato come deve andare, non ci sono stati problemi ne meccanici ne di alcun tipo cosa si può chiedere di più…….un Amaro Lucano o, perché non una Becherovka!

 

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