2005 ELEFANTENTREFFEN

Germania

Loh/Thurmansbang-Solla

49° Elefantentreffen

2005

 dal  27 Gennaio 2005  –   al 31 Gennaio 2005

Mario con la Vespa (Crodi 2)

  

Diario di viaggio

01 - 27.01.2005 Partenza

E’ arrivato finalmente il giorno della partenza, alle sei del mattino finisco di caricare la Vespa e parto. Quest’anno viaggio da solo perché nell’ultima settimana alcuni ragazzi che volevano aggregarsi hanno cambiato idea forse spaventati dalle previsioni del tempo davvero poco rassicuranti mentre quelli che viaggiano con il sidecar partono domani mattina.

            Al momento della partenza la temperatura è di circa -3 gradi ma già a  Gemona del Friuli, quando faccio la prima sosta, il termometro segna -14.

            Rabbocco la benzina e bevo un caffè caldo prima di riprendere il viaggio sapendo  che nella val Canale la temperatura sarà sicuramente più bassa.

            Arrivo a Tarvisio poco prima delle undici e qui il termometro segna -21°C, fatto il pieno di benzina mi fermo in un bar per fare colazione ma soprattutto per stare un poco al caldo. Durante la sosta ricevo una telefonata da Luca e Viviana che mi dicono che stanno partendo da Trieste con due Vespe Primavera e ci diamo appuntamento direttamente a Golling, dove sanno che io mi fermo.

            Il cielo è coperto ma non nevica e questo è già una gran cosa, a mezzogiorno entro in Austria e, superata Villach e Spittal a.d.Drau proseguo fino a Mallnitz dove imbarco la Vespa sul treno navetta che mi porterà a Bad Gastein, la famosa località sciistica austriaca.

            La strada è abbastanza pulita, solo il vento porta della neve sulla carreggiata dove, in certi punti,  crea cumuli che evito con attenzione.  Raggiungo Bishofhofen da dove proseguo in direzione Salzburg, passata Werfen con il suo bellissimo castello proseguo ancora per una ventina di chilometri prima di arrivare a Golling dove mi fermo per la notte.

15 - 28.01.2005 Golling

            Per tutto il viaggio il cielo è cambiato passando da sereno a nuvoloso ed ora, che il buio sta per arrivare mi sembra che il cielo sia completamente coperto e manchi poco perché inizi a nevicare.

            Alle sette di sera, sono nella Gasthaus del paese ad aspettare Luca e Viviana che non ho più sentito, stando ai miei calcoli loro viaggiavano con 2 ore di ritardo perciò, se io sono arrivato alle tre e mezzo loro dovrebbero essere già qui. Al cellulare non rispondono così non mi resta che aspettare.

            Alle nove di sera arrivano in albergo e sono stravolti sia dal freddo che dalla stanchezza. Mi dicono che hanno dovuto fermarsi un sacco di volte perché a Viviana si stavano congelando le dita delle mani ed anche quelle dei piedi perciò non sanno se domani proseguiranno il viaggio con me o torneranno in dietro

            Vado a dormire augurandomi che il tempo non peggiori qualunque sia la scelta che faranno

            Alle sette mi alzo e vedo che il cielo è completamente coperto e nell’aria si sente quel caratteristico sentore di neve. I ragazzi hanno optato per il ritorno a casa così, fatta colazione ci salutiamo e mi rimetto in viaggio in direzione  Salisburgo che dista poco meno di quaranta chilometri.

            Passo il centro cittadino e prendo la B156 che mi porta a Braunau am Inn sul confine con la Germania.

            Sono le 13 quando mi fermo a comperare la balla di fieno, indispensabile per isolare fa tenda dal terreno ghiacciato, dai contadini che abitano sotto la ripida strada che porta a Solla  ed all’entrata del raduno.

            Ancora pochi chilometri e la meta è raggiunta. Anche quest’anno voglio andare a sistemare la tenda nella Fossa così, fatta l’iscrizione monto la ruota con le catene e mi avventuro sulla striscia di ghiaccio e neve che porta in fondo alla valle. Nel frattempo sono arrivati anche Mario e Furio con il sidecar della Guzzi, Lucio con il sidecar Ural e Bruno da Padova con il sidecar della Java.

21 - 28.01.2005 49° Elefantentreffen

Ci mettiamo subito tutti al lavoro prima che faccia buio, c’è molta neve da spalare per creare lo spazio necessario per montare il loro  gazebo chiuso con tanto di stufa, un po’ meno per la mia tenda canadese.

            Quando finiamo di sistemare le nostre cose è già buio e tutta la valle è rischiarata solo dalle centinaia di fuochi accesi davanti le tende.

            E’ in questo momento che arrivano gli amici del Wild Bunch che si sistemano vicini a noi. Dopo aver mangiato inizia il tour del raduno un po’ per incontrare vecchie conoscenze un po’ per farne delle nuove.

            Da questo momento si perde la cognizione del tempo, non sai a che ora vai a dormire, se ci vai, tutto diventa assolutamente relativo e non quantificabile.

            La mattina mi sveglio abbastanza presto e lo spettacolo della valle è davvero unico; tutto coperto da uno strato di brina ghiacciata, qua e la ci sono ancora braci accese dalle quali si alzano sottili nuvolette di fumo, su tutto regna il più assoluto silenzio, sembra di vedere una di quelle immagini delle battaglie della campagna di Russia.

            Dopo un po’, lentamente, il campo prende vita e solo a tarda mattinata andiamo a fare la camminata fino al paese di Solla per fare qualche acquisto nel negozietto di Militaria e comperare birra nel supermercato.

            Passiamo la giornata tra il passeggiare nel campo, bere qualche birra nella gasthaus del paese o nelle birrerie improvvisate lungo il tragitto da intraprendenti abitanti della zona. La sera, come ormai avvio, prepariamo il “ Gran Pampel” , la nostra specialità, poi si va a dormire.

            Oggi è il giorno della partenza così sistemiamo le cose ed a mezzogiorno mettiamo in moto i mezzi a ci arrampichiamo fino all’uscita dove, tolte le catene, prendiamo la strada che porta prima a Passau poi a Braunau.

            Ben presto iniziamo ad avere qualche problema con il motore della Java di Bruno che fa fatica a partire anche a motore caldo.

            Proseguiamo spediti ma il motore della Java fa storie e siamo costretti ad effettuare un sacco di soste non previste. Anche la Ural di Lucio da qualche problema con l’impianto elettrico e, in una delle tante soste, Lucio deve smontare ed accomodare il comando accensione ed altri fili che fuoriescono dal telaio. Superata Salzburg  prendiamo l’autostrada per Villach, la Java continua a dare problemi ed ormai stiamo procedendo a meno di 50 chilometri all’ora.

            Appena superato il primo tunnel dell’autostrada dei Tauri  la Java non va più in moto e, nel tentativo di accenderla è andata a zero anche la batteria.     Siamo tutti d’accordo che non possiamo continuare così perciò dobbiamo uscire dall’autostrada e trovare una sistemazione per la notte anche perché la temperatura è scesa moltissimo e fa davvero freddo.

            Decidiamo che Mario con il Guzzi traina il sidecar che è senza luci, Lucio con il suo Ural resta in coda mentre io con la Vespa faccio strada.

43 - 30.01.2005 Verso i Tauri

L’unica uscita possibile è a San Michael am Lungau che raggiungiamo non senza difficoltà e, fortuna vuole che troviamo aperta la Gasthaus del paese che ha stanze libere.

La mattina mentre facciamo colazione Mario mi dice che il proprietario della Gasthaus saputo del nostro problema ci ha messo a disposizione la stalla dove poter lasciare la Java e che per questo motivo loro restano li per sistemare le cose e partiranno solo nel pomeriggio. Considerato che loro possono viaggiare a velocità molto più elevate di quanto possa fare io con la Vespa non mi resta che partire da solo, male che vada mi raggiungeranno strada facendo.

            Il ritorno, a questo punto, è abbastanza noioso, ore di guida in autostrada cercando di non andare troppo a destra per non finire sul lato sporco della carreggiata, una mezza impresa viaggiando a 80, 90 chilometri all’ora!

            Appena arrivato a Trieste ricevo la telefonata che anche loro sono appena arrivati, così  termina l’avventura del 49° Elefantentreffen, vedremo come sarà il prossimo!

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2 commenti

2 pensieri su “2005 ELEFANTENTREFFEN

  1. MASSIMO

    Grazie di questa testimonianza da uno dei Raduni Invernali più mitici dei motociclisti
    Massimo PD (Piaggio Cosa 125)

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